Lo Shiatsu, dal giapponese shi-atsu, letteralmente “pressione con le dita”, è un approccio terapeutico che attraverso pressioni esercitate lungo il percorso dei canali energetici e sui punti “tsubo”, i punti utilizzati in agopuntura, mira a ristabilire l’equilibrio energetico nel nostro corpo promuovendo un processo di guarigione.
Un trattamento Shiatsu inizia con una valutazione energetica dell’addome e della schiena, attraverso pressioni esercitate su queste aree, per proseguire poi lungo il percorso dei meridiani, tonificando quelli carenti di energia e sedando quelli con energia in eccesso, coinvolgendo così tutto il corpo e inducendo un stato di profondo rilassamento e di benessere psicofisico. Il trattamento si svolge solitamente su di un futon, il tradizionale materasso giapponese, comodamente vestiti.
Nel 1997 la Commissione Europea ha inserito lo Shiatsu nella lista degli 8 metodi di medicina complementare o non convenzionale; in alcuni paesi europei come la Francia e la Svizzera questa disciplina è riconosciuta e regolamentata, mentre in altri, come l’Italia, manca ancora una regolamentazione specifica.
Esistono diversi stili di Shiatsu: quello che pratico è lo stile Iokai, o Masunaga, dal nome del suo ideatore, Shizuto Masunaga. Si caratterizza per la valutazione energetica delle aree diagnostiche dell’addome (hara in giapponese) e della schiena, e per la pressione perpendicolare costante e sostenuta per mezzo delle mani, delle ginocchia e dei gomiti. Questa pressione non viene esercitata con l’uso della forza muscolare, bensì facendo leva sull’uso calibrato del baricentro (hara) dell’operatore.
Come accennato, il trattamento Shiatsu si svolge su di un futon, il tradizionale materasso giapponese, comodamente vestiti.
Lo Shiatsu si è sviluppato in Giappone a partire dal VI secolo d.c., integrando antiche forme di trattamento manuale con conoscenze provenienti dalla medicina tradizionale cinese. Appartiene alla tradizione delle discipline medico-filosofiche orientali, come l’agopuntura e la medicina erboristica.
Per spiegare cos’è e come agisce è necessario partire dal concetto di energia, comune a tutte le pratiche medico-filosofiche orientali, ma estraneo alla cultura occidentale. Le medicine orientali infatti si basano sul presupposto che il nostro corpo, costituito da ossa, articolazioni, muscoli, organi, è pervaso da un continuo flusso di energia che lo mantiene in vita e che garantisce lo svolgimento di tutte le funzioni vitali.
Questa energia vitale, definita Qi (in Cina) o Ki (in Giappone) scorre in una rete di canali energetici, o meridiani, che attraversano tutto il corpo. Lo stato di salute dipende dalla presenza di un Ki ricco e abbondante, libero di scorrere armoniosamente, al contrario, quando il Ki è scarso o incontra ostacoli nel suo fluire, salute e benessere sono compromessi. Questo è ciò che accade in molte malattie croniche, che consumano il Ki, o in molte situazioni di dolore, in cui il flusso del Ki risulta bloccato.
Un’altra peculiarità nella visione orientale della salute è che ogni individuo è considerato nella sua interezza e complessità: non c’è separazione tra corpo, mente e emozioni. Tutto è correlato. È sempre la stessa energia che ci pervade e che ci assicura vitalità sia sul piano fisico sia su quello psichico; infatti lavorando sul riequilibrio energetico si riarmonizzano entrambi questi piani.