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Riflessoterapia al piede: agire sui piedi per far stare bene il tuo corpo

Riflessoterapia
La riflessoterapia attiva le forze di rigenerazione insite in ognuno di noi, stimolando le nostre capacità di autoguarigione.

In quali casi è indicata?

  • Dolori, disturbi e limitazioni a carico dell’apparato locomotore
  • Cefalee di genesi differenti
  • Disturbi cronici a carico dell’apparato digerente, respiratorio, urinario, linfatico e circolatorio
  • Disturbi del ciclo mestruale, menopausa
  • Insonnia
  • Stati di disagio legati a stress psico-fisico

Cos’è la riflessoterapia plantare?

La riflessoterapia al piede rientra nell’ambito delle tecniche terapeutiche complementari e parte dal presupposto che tutte le parti dell’essere umano hanno nei piedi le loro precise zone di proiezione: le zone riflessogene. Attraverso l’applicazione di prese manuali precise e localizzate si possono rilevare le condizioni dell’intero organismo: sia delle zone riflesse corrispondenti al sintomo sia di quelle causali, corrispondenti all’origine della malattia o della disfunzione.

La particolarità della riflessoterapia del piede consiste nel permettere di approcciare il problema non limitandosi al sintomo, ma di svolgere invece una valutazione più globale su altre cause che possono aver provocato il sintomo riscontrato. In base alle reazioni provocate dalle stimolazioni ai piedi, è possibile disegnare un quadro della situazione dell’individuo e lavorare di conseguenza.

Quali sono i benefici della riflessoterapia del piede?

È una terapia che promuove la stimolazione delle capacità di autoguarigione dell’uomo sollecitandone la vitalità e attivando le forze di rigenerazione insite in ognuno di noi, favorendo un riordino sia sul piano fisico sia su quello emozionale.

APPROFONDIMENTO

Storia della riflessoterapia plantare

La riflessoterapia plantare è una forma di terapia che si è sviluppata a partire da vecchie conoscenze popolari in uso presso i nativi americani ed in altre parti del mondo. All’inizio del secolo scorso, il medico statunitense William Fitzgerald studiò, sperimentò e sistematizzò i fondamenti di queste antiche tradizioni tanto da essere considerato il padre della “terapia zonale”.

Intorno al 1930 Eunice Ingham, massaggiatrice statunitense, sulla scia del lavoro di Fitzgerald sviluppò una speciale tecnica di trattamento che si diffuse anche oltreoceano ed approdò in Europa.

Verso la fine degli anni 50 Hanne Marquardt, giovane infermiera e massaggiatrice incuriosita dal metodo, inizia a praticarlo con regolarità su pazienti osservandone le reazioni e annotando gli effetti prodotti a distanza sull’intero organismo.

Sempre più sorpresa dai riscontri ottenuti inizia a lavorare per lo sviluppo di questa metodica apportandovi numerosi ulteriori contributi. Da allora ha dedicato la sua vita professionale all’approfondimento e alla diffusione di questo metodo terapeutico, fondando inizialmente una scuola in Germania cui hanno fatto seguito numerose altre scuole satellite. Grazie alla sua passione e al suo continuo lavoro di ricerca la riflessoterapia ormai è utilizzata con successo in molti differenti ambiti medici.